La Storia

La scuola e il suo contesto

La storia della scuola

La ricchezza di ambienti paesaggistici locali e le traversie storico-politiche che il paese di Ronchi ha conosciuto nel corso del tempo, costituiscono un patrimonio culturale da cui attingere per costruire la crescita personale e civile delle giovani generazioni con il contributo fattivo e sempre disponibile di Enti e Associazioni cui fare costantemente riferimento nella stesura del PTOF, continuando una proficua sinergia già in atto da lunghi anni.Il Comune di Ronchi dei Legionari, composto dal capoluogo e dalle frazioni Selz, Vermegliano e Soleschiano, è uno dei centri del Mandamento di Monfalcone, situato immediatamente ai piedi dell’altipiano carsico, nella bassa pianura isontina. La sua storia segue le sorti della terra in cui si situa: segnato fortemente in epoca romana, dominio del Patriarcato di Aquileia, per passare quindi alla Repubblica di Venezia, conosce un breve periodo di occupazione francese, dal 1815 è parte dell’Impero Austriaco e quindi dell’Italia dal 1918. Da sempre luogo di transito di importanti vie di comunicazione tra Nord-Italia ed Europa centro-orientale, l’area si è sviluppata a partire dal Medioevo con un’economia agricola fino al XIX secolo, divenuta prevalentemente industriale dalla fine dell’Ottocento.Si può leggere la storia di Ronchi e di questa parte d'Italia nell’architettura che è stata realizzata nel passare dei secoli: i resti di una grande villa rustica, ben documentata dall’esposizione nel locale Museo Archeologico in piazza della Concordia; gli insediamenti abitativi in borghi rurali isolati sviluppatisi dal tardo Medioevo, caratterizzati dai muretti/braide; caseggiati dominicali, composti in genere da casa padronale, fabbricati rustici di servizio, cortili e braide cui faceva capo l’attività nelle campagne come la seicentesca villa Mantica, oggi Meterc a Soleschiano, palazzo Girardi, oggi Fabris, in piazza Oberdan, pure del Seicento; il complesso dei de Dottori (che hanno firmato la pagina delle bonifiche del territorio, dell’irrigazione e della produzione di energia idroelettrica attività che diedero forte impulso ad agricoltura e industria) in via XXIV maggio, settecentesco.Numerose le ville costruite dopo il 1800, in genere meno legate alle attività agricole: Villa Vicentini, poi Miniussi, oggi sede del Consorzio Culturale delMonfalconese. Alla sua destra, villa San Carlo, dimora dei nobili francesi Morè de Pontgibaud, esuli a Trieste dal 1791. Casa Blasig, abitazione del podestà Alessandro Blasig e il bianco villino de Dottori. Per Ronchi e il suo territorio gli anni compresi tra la metà del XIX e l’inizio del XX secolo corrispondono ad un periodo di grande sviluppo e trasformazione. Nel 1850 Ronchi divenne comune autonomo, assorbendo le sue frazioni, nel 1860 fu inaugurata la prima stazione ferroviaria (Ronchi Nord) cui seguì nel 1906 l’inaugurazione della seconda stazione (Ronchi Sud). Il quadro socioeconomico cambiò gradualmente in seguito all’avvio, in tutto il monfalconese, delle prime attività industriali: in particolare dopo l’apertura, nel 1908, dei Cantieri Navali di Monfalcone, ma anche grazie al Cotonificio di Vermegliano, del 1884, i cui fabbricati, da poco recuperati, costituiscono oggi un raro esempio locale di archeologia industriale. Tra i fatti che animarono la località, va citato l’arresto dell’irredentista Guglielmo Oberdan in una locanda cittadina, nel 1882, mentre nel 1912 il comune fu elevato al rango di “borgata”, con editto firmato dall’imperatore Francesco Giuseppe. Le vicende della prima guerra mondiale ci hanno lasciato le trincee sul Carso, il gemellaggio con Wagna, centro stiriano dove buona parte della popolazione era stata evacuata, la palazzina comunale, disegnata in stile neo-medievale italiano sull’attuale piazza Unità, nei primi anni Venti è un simbolo della lenta ricostruzione. E’ del 1919 l’episodio cui si lega l’attuale nome intero del comune, che ricorda i legionari qui radunati da Gabriele D’Annunzio per muovere alla volta dell’impresa di Fiume. La seconda guerra mondiale ha determinato le pagine della Resistenza, scritte da giovani, donne e uomini ronchesi con le lotte partigiane, ricordate col gemellaggio con la slovena Metlika. Ma anche l’Armistizio dell’8 settembre ha trovato protagonisti i ronchesi guidati da don Falzari nell’aiutare i militari italiani in fuga dai tedeschi nel tornare al paese d’origine. Il Parco delle Mucille, esteso attorno a tre laghetti di origine artificiale, risultato degli scavi di una vicina fornace non più esistente. Diversi sentieri si snodano sul ciglione che chiude a nordest il territorio comunale (composto dal monte Cosich, il Sopraselz e, più a ovest, il Sei Busi) luoghi dove si possono apprezzare tutte le singolari caratteristiche morfologiche, faunistiche e floristiche del Carso isontino. Oggi Ronchi dei Legionari è più noto per l’Aeroporto Regionale del Friuli Venezia Giulia. Recentemente, inoltre, è stata realizzata la nuova stazione ferroviaria che consente di migliorare i collegamenti su binario interregionali, con il capoluogo di regione e le altre principali città regionali.